“Buongiorno Lilibeth, buongiorno Kira, come state?
Perché scodinzolate?”
“Buongiorno Mario, bene, anzi, benissimo, oggi. Sai che questa mattina Lilibeth ha ricevuto in regalo un osso grandissimo e lo ha diviso con me? Lo vuoi vedere?”- risponde Kira
“Fortunata tu, Lilibeth. Io ho provato a far capire a quelli che ancora chiamiamo ‘padroni’ che oggi sarebbero dovuti stare un po’ di più con me, portarmi al mare, farmi le coccole, insomma: tutto quello per cui siamo nati noi cani, no?
Invece nulla: sono andati via dicendomi con voce dolce che sarebbero tornati presto. Ora, è vero che noi abbiamo il senso del tempo dilatato in maniera diversa dagli esseri umani ma io l’ho capito benissimo, sai? Torneranno con il buio e io non so con chi giocare”
“Hei, Mario” – intima Lilibeth –“ non preoccuparti. Chiederemo alla mia ‘famiglia’ – io non li ho mai chiamati ‘ padroni’, non mi piace molto come termine!’-se puoi venire anche tu con noi al mare.
OGGI È IL 26 AGOSTO ED È LA NOSTRA GIORNATA.
Insomma, mica l’abbiamo deciso noi eh, ma una certa americana, Collene Page, nel lontano 2004, il giorno in cui la sua famiglia le regalò il primo cucciolo di cane. Da lì, siamo diventati ancora più importanti. Incredibille, vero? Che ne diresti di scrivere a questa tal Page una cartolina di ringraziamento?”
“Sarebbe fantastico, ragazze, anche perché noi di cose per le nostre famiglie ne facciamo moltissime: innanzitutto, portiamo gioia, equilibrio, amore, perseveranza, compagnia e non chiediamo nulla in cambio. Mai. Anzi, soltanto una cosa: di essere RISPETTATI esattamente come ci si dovrebbe rispettare dentro una famiglia.
Siamo portatori di valori indiscutibili e meravigliosi e a volte invece come veniamo contraccambiati? Con la noia, con il nervosismo, a volte persino con l’abbandono in strade cocenti e desolare. Soprattutto d’estate. Non mi sta bene, non è giusto. Ah, e grazie per l’invito. Verrei molto volentieri”
Passano alcuni minuti e le due sono di ritorno.
“Hei, pronto? Ovviamente hanno detto di sì. Andremo in spiaggia sotto l’ombrellone e sarà stupendo. Lo sai che ci sono strutture turistiche in grado di pensare ad ogni nostra esigenza? Per cui, porta il costume e la crema che al resto penseranno loro. Siamo così felici!”
“Non so come ringraziarvi. Ma come faccio ad avvisare i miei ‘padroni’?
Si preoccuperanno al loro rientro non trovandomi!”
“Sai cosa, Mario?” – domanda seria Lilibeth –“ Secondo me devi dare loro una bella lezione: non si abbandonano i cani in questo modo, neanche se li lasci nella loro casa. Possiamo capire per lavorare ma non per un capriccio. Fosse la prima volta che lo fanno, poi. E pensaci un attimo: oggi è la nostra giornata per cui possiamo fare tutto, non credi?”
Mario pensieroso inizia a preparare lo zaino felice ma allo stesso tempo nostalgico. Quindi scorge un foglio bianco vicino alla ciotola – sarà caduto al mio ‘padrone’ questa mattina – intinge le zampe nell’acqua e inizia a scrivere. Poche parole ma puntuali
“Ciao, se non mi doveste trovare non preoccupatevi. Sono andato al mare con la famiglia di Lilibeth. Tornerò presto ma dovete farmi una promessa non appena mi rivedrete: NON MI LASCERETE PIU’ DA SOLO D’ESTATE perché ANCHE SE NON POSSO ABBAIARE POSSO SOFFRIRE E FORSE QUESTO NON LO AVETE MAI CONSIDERATO. IO VI AMO MA HO BISOGNO DI VOI E DEL VOSTRO AMORE IN CAMBIO. SOLTANTO QUESTO. SPERO NON SIA TROPPO. VOSTRO, MARIO”.
La macchina della famiglia di Lilibeth è pronta e le sue amiche lo aspettano con la lingua di fuori: sportello aperto, saltello e via. Si va in spiaggia!!!