Novità

Il metaverso raccontato a mia nonna

Mario Rossi intervista Giosuè e Simone

Come descriveresti il concetto di metaverso a tua nonna?

GIOSUÈ – Come un film. Le direi di chiudere gli occhi e di pensarsi proprio all’interno della scatola della TV da cui si proietta la pellicola. Il vantaggio rispetto al film, però, è che questa volta potrà compiere azioni attive: potrà camminare, interagire con gli attori, acquistare prodotti, partecipare a conversazioni e molto altro. Il tutto per mezzo di visori (come degli occhiali), che la immergono in questa dimensione, e dei josystick, dei telecomandi, con cui potrà effettivamente compiere quelle azioni interattive di cui prima – acquisti, conversazioni, partecipazione ad eventi…

Se poi mia nonna avesse mai visto un videogioco, le direi di pensarsi come il personaggio che guido con i joystick, il telecomando appunto. Quello che faccio è muovermi all’interno di un mondo ricostruito, in cui incontro altri personaggi, entro in case, foreste, mangio cibi virtuali, indosso abiti che posso cambiare… Bene, il metaverso permette questo, ma in maniera potenziata. Mentre il videogioco si consuma all’interno della cornice della TV, con i visori (gli occhialetti) nel metaverso l’utente potrà girarsi a 360° e vedere un mondo interamente immersivo. Ci sono metaversi che stanno addirittura tentando di introdurre odori, sapori e i sensi, che mancano assolutamente alle tecnologie più comuni.

Credo infine che molte nonne usino le videochiamate per vedere figli e nipoti sparsi per il mondo. Uno dei limiti di queste chiamate è che spesso, per vedere cosa accade intorno ai famigliari, è necessario girare la camera, roteare il cellulare, muoversi negli ambienti; con le realtà immersive queste operazioni si limitano e si gode di un’esperienza rotonda, panoramica, multisensoriale e immersiva, appunto.

Dalla poltrona di casa, dal letto o dalla sedia a rotelle, di viaggi, queste nonne (e non solo!) ne potranno compiere tantissimi. Si è iniziato con le telefonate, poi le videochiamate e chissà, forse un giorno il metaverso sarà la modalità più impiegata. Non credo che ci vorrà molto, intanto: allacciate le cinture!

SIMONE – Se dovessi spiegare il concetto di Metaverso a mia nonna, le direi che ogni volta che ci troviamo a interagire con qualcosa che non è soltanto fisico, siamo nel Metaverso. Spesso la gente associa il Metaverso alla realtà virtuale, ma questo è solo un aspetto. Si può parlare di Metaverso come Realtà Estesa o, per una definizione più accademica, si può dire che la Realtà Estesa è il gateway verso il Metaverso. Può essere qualsiasi cosa, da sovrapposizioni digitali nel mondo fisico, come un semplice filtro Snapchat, a esperienze in VR o giochi di realtà mista come Pokémon GO. Per semplificare: tutte le realtà tecnologicamente potenziate sono, di fatto, il Metaverso. Un altro modo per comprendere il Metaverso è semplicemente quello di vederlo come il prossimo

passo evolutivo di Internet. Il termine può essere stato introdotto a scopo di marketing, ma la tecnologia dietro il Metaverso non è necessariamente innovativa e seguirà probabilmente la stessa traiettoria di altri trend del passato.

Usiamo l’analogia con il World Wide Web. Ricordi gli anni ’90? Accedere a Internet, allora, richiedeva uno sforzo pro-attivo, come scollegare la linea telefonica e connettersi a un rumoroso modem a 56k… Con la diffusione di dispositivi indossabili, IoT e connettività costante tramite smartphone, siamo ora sempre connessi e non dobbiamo più attivamente “entrare” in Internet. Il Metaverso seguirà probabilmente questa tendenza e diventerà una parte integrante della nostra vita quotidiana, come il nostro frigorifero o la lavatrice, senza nemmeno dover pensare ad accedervi. Quindi, nonna: saremo nel Metaverso quando non penseremo più al Metaverso…

Quali saranno i maggiori benefici del metaverso per il grande pubblico?

GIOSUÈ – Come annunciavo nella domanda precedente, siamo soliti pensare al viaggio come qualcosa di quotidiano, pianificabile, naturale quasi. Eppure, non è così. “Viaggiare” non è poi così democratico. Potrebbe essere caro, faticoso, debilitante, oppure impensabile per alcuni soggetti.

Il metaverso è fruibile da casa, dalla carrozzina, dal più remoto dei comuni e geografie; l’infrastruttura necessaria ormai la conoscete: i visori, i joystick e della connessione internet. Non che questa sia accessibile a tutti, sia chiaro, ma la velocità con cui questi strumenti cadono in obsolescenza è tale, che i costi si abbattono in fretta.

Proprio per le limitate esigenze, il metaverso è impiegato in svariati campi. Ci sono università che per esempio tengono lezioni duali (in classe e nel metaverso, appunto), consentendo a studenti che non abitano in città, di abbattere i costi di affitti e trasferimento e di godere di una lezione da casa, ma immersiva. Ciò comporta che chiunque, da ovunque, possa frequentare (anche) le migliori università al mondo, da casa, abbattendo di molto i costi.

Dunque dal turismo, alla formazione, alle locazioni, i trasporti e l’ambiente, il metaverso si propone come un’opportunità interessante – e sicuramente perfettibile – per diversi campi, saperi e industrie.

SIMONE – Questa è una domanda interessante. Stiamo già assistendo ai benefici del cosiddetto “Metaverso industriale” in vari settori, tra cui R&D, la sanità e l’automotive. Mi piace suddividere il Metaverso in due tipi: auto-referenziale e strumentale. Il Metaverso auto-referenziale si riferisce a quei casi d’uso in cui il Metaverso è l’obiettivo finale anziché solo un mezzo per raggiungerlo. Ad esempio, quando si gioca a un videogioco come Call of Duty, l’esperienza e tutte le attività economiche correlate iniziano e finiscono all’interno del gioco. Tuttavia, se vediamo il Metaverso come uno strumento o un mezzo, il suo potenziale diventa ancora più interessante. In poche parole, il Metaverso può portare valore se e quando risolve problemi reali IRL. Un esempio di uso virtuoso del Metaverso che ho incontrato di recente arriva dall’Italia, quindi ne sono

particolarmente orgoglioso. Quattordici giovani pazienti dell’Ospedale Santobono a Napoli hanno potuto assistere alla finale di Champions League tra Real Madrid e Liverpool tramite visori VR, sentendosi come se stessero guardando la partita dalla prospettiva dei giocatori allo Stade de France di Parigi invece che da una stanza d’ospedale. Questo è stato un fantastico utilizzo sociale della tecnologia VR in un ambiente ospedaliero, per far sorridere i bambini e offrir loro un’esperienza unica e memorabile.

Quanto tempo impiegherà questa nuova frontiera tecnologica per diventare parte integrante della nostra vita quotidiana?

GIOSUÈ – Nell’ottobre del 2021, Marck Zuckerberg ha annunciato che il suo gruppo – che oltre a Facebook include anche Instagram e Whatsapp – si chiamerà proprio “Meta” – abbreviazione di meta-verso. L’annuncio è stato seguito da un video, che mostra proprio come le tecnologie che siamo soliti utilizzare – Whatsapp, Instagram e in primis Facebook – sono intese per evolversi e diventare immersive. Dunque è in cantiere che i nostri profili Facebook possano presto disporre di un avatar – già in molti ne hanno creato uno di sé stessi – che entrerà proprio in un mondo con servizi, attività, ed eventi.

Dunque sebbene non ci siano istanze già concrete ed esecutive di questo processo di “metaversizzazione,” in qualche modo, tutti, ne siamo già attori in fila di attesa.

SIMONE – La risposta non è netta. Tecnologicamente parlando, ci stiamo arrivando. Tuttavia, potremmo ancora essere a qualche decennio di distanza per quanto riguarda la tecno-accettazione diffusa. Ti è mai capitato di leggere in Douglas Adams? Oltre ad essere l’autore dell’esilarante Guida galattica per autostoppisti, era un grande sostenitore dell’innovazione. In un saggio del 1999 intitolato “Come smettere di preoccuparsi e imparare ad amare Internet”, pubblicato sul Sunday Times, Adams ha delineato alcune linee guida per il nostro rapporto con la tecnologia. Credeva che qualsiasi cosa esista quando si nasce sia considerata normale, qualunque cosa inventata tra i 15 e i 35 anni sia vista come innovativa ed entusiasmante e qualunque cosa inventata dopo i 35 anni sia, beh… innaturale! Fai i conti… Per molte persone, il Metaverso potrebbe sembrare insolito e innaturale. Tuttavia, avere un atteggiamento aperto e ricettivo verso la tecnologia è fondamentale se non vuoi essere lasciato indietro.

Quali saranno i punti a cui dovremo porre attenzione?

GIOSUÈ – Ci sono state situazioni in cui degli avatar hanno mosso azioni di violenza e palpeggiamento verso altri utenti… Lo so, a dirla così può sembrare comico e forse surreale, ma non dimentichiamo che dietro a quegli avatar c’è sempre un essere umano, e dunque vittime e carnefici. È come per i social e i famosi “leoni da tastiera,” è vero che non li vediamo fisicamente, ma percepiamo comunque le malevoli intenzioni di insultarci, esporci, denigrarci pubblicamente… Sarà

dunque necessario che la polizia postale, i nostri legislatori e le comunità digitali stesse denuncino, riportino, formalizzino e controllino questi mondi, che come tali hanno bisogno di regole, vigilanza, etica, deontologia e responsabilità sociale.

SIMONE – L’interoperabilità, senza dubbio. È sicuramente un aspetto cruciale dello sviluppo del Metaverso. Senza di essa, investire in una particolare piattaforma metaversica potrebbe portare a delusione poiché c’è il rischio che diventi obsoleta nel giro di pochi anni. Per ottenere un Metaverso decentralizzato, aperto e coeso, è cruciale assicurare che i beni digitali, come gli ambienti 3D, gli avatar, gli NFT, i terreni, le skin degli avatar e altri elementi, possano essere trasferiti senza soluzione di continuità tra le piattaforme.

Ciò siginifica, per esempio, giocare a un gioco, guadagnare un bene digitale, venderlo su un mercato secondario, ricevere il pagamento in criptovaluta, acquistare una skin dell’avatar in un altro gioco e indossarla in qualsiasi mondo virtuale si desideri. Questa interoperabilità è l’essenza stessa della decentralizzazione e il fondamento del Web 3.0. Sebbene abbiamo ancora molta strada da fare prima di raggiungere questo livello di interoperabilità, è un passo fondamentale verso lo sviluppo del Metaverso.

Cosa non potrà sostituire il metaverso del nostro mondo reale?

GIOSUÈ – Vi assicuro che il metaverso ci farà affezionare sempre di più alla nostra amata (?) umanità. Quelle sessioni immersive, gradualmente più performanti, prestanti e in evoluzione, comporteranno, oltre a tante ore spese in quei mondi, un parallelo senso di saturazione, claustrofobia e necessità di ossigenazione, che già viviamo quando entriamo in altre dimensioni immersive: immaginate le call su zoom, le ore spese di fronte ad un videogioco, o banalmente di fronte alla TV. Quando ci rendiamo conto che abbiamo passato ore di fronte a quegli schermi, bramiamo l’aria fresca, una passeggiata, una chiacchiera reale al bar. Bene, credo che il metaverso renderà sempre più unica e rara quella seconda fase, al punto che secondo me si istituiranno i “detox days,” i giorni di disintossicazione dalla tecnologia. Dunque verosimilmente più metaverso, ma anche più umanità!

SIMONE – Non riesco proprio a pensare a nulla… La maggior parte delle persone sembra percepire la realtà come un concetto binario, con la distinzione tra ciò che è reale e ciò che non lo è. Tuttavia, è importante riconoscere che questa prospettiva è limitata e potrebbe presto diventare obsoleta. Nel suo libro “Reality+”, il tecnofilosofo David Chalmers propone un nuovo modo di intendere la realtà, in cui la realtà estesa viene considerata tanto reale quanto quella fisica.

Con gli avanzamenti tecnologici, Chalmers prevede che il Metaverso diventerà presto così indistinguibile dal nostro mondo fisico da rendere insignificante persino cercare di distinguere tra i due. Io lo chiamo “l’Effetto Roblox”: per mio figlio, giocare con un avatar in un mondo virtuale a 1.000 km di distanza o con un amico nel mondo fisico non fa differenza. Le linee tra realtà percepibile e realtà virtuale si sfumeranno e la distinzione tra il mondo digitale e quello fisico verrà cancellata prima di quanto pensiamo o vogliamo…

Quali sono i maggiori benefici del metaverso nell’ambito di ARTE/ TURISMO?

GIOSUÈ – Ne abbiamo già parlato prima, ma faccio qualche altro esempio concreto per capire ancora di più questa tecnologia. Qualche mese fa, il Ministero degli Esteri dello stato di Tuvalu, un arcipelago nell’Oceano Pacifico, ha lanciato un messaggio fortissimo: in occasione del COP27, l’evento internazionale per coordinarsi sulle sfide ambientali di oggi e di domani, questo politico, Simon Kofe, ha deciso di presenziare il suo discorso proprio dall’Oceano, tirando su i pantaloni per rendere visibile lo stato di innalzamento delle acque dovuto dal cambiamento climatico.

Oltre a ciò, Kofe ha comunicato che l’intero Stato sarebbe stato digitalizzato (proprio mappato e reso digitalmente nella sua geografia) e lanciato nel metaverso. A causa della potenziale sparizione del paese, infatti, questa tecnica, seppur contestabile, renderà sempre possibile la “visita” dello stesso. E dunque, in questo modo, i futuri cittadini di Tuvalu potranno sempre fruire del loro paese, di com’era, come sembrava… Seppure il caso ci sembri alieno, immaginate l’Italia: 7500 chilometri di costa anch’esse minacciate da queste pericolosità. Non che il metaverso salvi queste “Atlantidi” del mondo, ma sicuramente forniscono una soluzione laterale, di recupero e salvaguardia.

SIMONE – Ce ne sono molti, in realtà! Il Metaverso ha numerosi vantaggi per il settore turistico, come migliorare le esperienze di prenotazione diretta in mondi virtuali con interfacce grafiche senza attriti, promuovere l’urgenza all’acquisto, fornire esperienze MICE immersive, attrarre pubblici più giovani attraverso la gamification, aumentare le vendite dirette, l’engagement della community, sovrapposizioni AR su destinazioni storiche del mondo reale, pubblicità mirata attraverso la raccolta di dati, il superamento delle limitazioni del Web 2.0, le DAO, la pubblicità nativa, esperienze di viaggio per coloro che hanno limitazioni di mobilità, formazione interattiva del personale, migliori livelli di privacy attraverso la blockchain, e alternative sostenibili ai viaggi di massa, solo per citarne alcuni.

L’impatto del Metaverso sul turismo è evolutivo piuttosto che rivoluzionario. Non sostituirà completamente il viaggio, ma giocherà indubbiamente un ruolo, specialmente nelle prime fasi del traveller’s journey. Attualmente scegliamo gli hotel in base a foto, video e recensioni, ma il Metaverso ha il potenziale per fornire un’esperienza più immersiva. Potremo avere un “assaggio” di una destinazione e prenotare una camera d’albergo o un tavolo al ristorante, il tutto comodamente da casa nostra. Ciò può essere considerato una forma avanzata di “try before you buy”. Stiamo solo cominciando a scoprire ciò che il Metaverso ha da offrire, e il potenziale del suo impatto sul turismo è enorme.

GIOSUÈ PREZIOSO

Giosuè Prezioso è professore e ricercatore con esperienza internazionale e attualmente Direttore degli Studi dell’università Unicollege di Torino – il più giovane Direttore Accademico in Italia. Dopo gli studi in America, si specializza da Christie’s – la prima casa d’aste al mondo – per poi proseguire con un dottorato e una specializzazione presso l’Università di Reading e la Graduate School dell’università di Harvard.

Da professore Giosuè ha tenuto corsi presso prestigiosi istituti internazionali, fra cui l’Università americana di Firenze, l’Universidad Rey Juan Carlos di Madrid, la Camera dei Deputati e la John Cabot University.
È il primo docente in Italia ad aver importato la crypto arte in un contesto accademico, nonché fra i primi ricercatori ad aver pubblicato articoli, interviste televisive e di settore sul tema. Da Professore per l’Università degli Studi di Bari è stato altresì autore del lancio della prima biblioteca e asta NFT in un contesto accademico, nonchè dell’ateneo nel metaverso – raggiungendo recensioni su Forbes, The Cryptonomist, Arizone State University e la Rai, fra gli altri.

È in pubblicazione un suo libro con la prestigiosa Cambridge Scholars Publishing, per cui, da autore, mette insieme alcuni dei protagonisti della scena art-tech contemporanea mondiale.

SIMONE PUORTO

Simone Puorto è un consulente e oratore visionario con 25 anni di esperienza nel settore.
È un autore pluri-pubblicato ed è stato determinante nell’organizzazione del primo evento di viaggi e ospitalità nel metaverso, Polybius.
Simone è un ricercato docente di MBA, e ha insegnato presso stimate istituzioni come ESSEC, Les Roches, 24Ore BS, Università di Parma, Ca’ Foscari, Swiss Hotel Management School e IMHI.
Fa parte del comitato consultivo di diverse aziende leader, tra cui BWG, RobosizeME, Vision, TelltheHotel, E23 Delivery, GAIN e PlayHotel.
In qualità di Metaverse Evangelist per Olimaint e Hospitality Net, Simone si dedica all’esplorazione del futuro dei viaggi e dell’ospitalità. È anche il fondatore dell’acclamata società di consulenza Travel Singularity, con sede tra Roma e Parigi.
Simone è appassionato di come plasmare il futuro dei viaggi attraverso soluzioni innovative e sostenibili.

GAME ROOM – La novità Bivillage, in Croazia

Il BiVillage di Fazana, in Croazia, offre tantissime attività all’aria aperta da poter praticare con tutta la famiglia ma, dallo scorso anno, c’è una novità per tutti gli amanti dei videogiochi e che vogliono approcciarsi al metaverso: una nuova gaming room.

Nella sala giochi Meta Z si potranno trovare le più moderne attrezzature di gioco, tra cui Playstation 5, PC da gaming, VR e accessori, per divertirsi con giochi di ogni genere e difficoltà.

La sala giochi è aperta tutti i giorni dalle 11:00 alle 23:00 su prenotazione e ha a disposizione schermi 4K da 55” e 75”.

Molte sono le attività che si possono praticare all’interno: dalla partecipazione ai vari tornei organizzati, alle sfide tra amici, oppure si ha la possibilità di giocare o provare l’emozione della realtà virtuale individualmente.

Il BiVillage è la destinazione ideale per gli amanti del mare che non vogliono rinunciare alle loro passioni nemmeno in vacanza, potrai sfidare altri ospiti del villaggio o fare nuove amicizie in un clima di allegria e cordialità.