Michela Bonafoni intervista Alessia Crocini, presidente de “Le Famiglie Arcobaleno”
Presentaci la tua meravigliosa famiglia
Mi chiamo Alessia Crocini, ho 48 anni e vivo a Roma. Nella vita mi occupo di comunicazione, scrittura e insegnamento ma sono anche una attivista per i diritti civili e da un anno presidente di Famiglie Arcobaleno, un’associazione che riunisce genitori, aspiranti genitori e sostenitori dei diritti delle famiglie composte da due mamme o due papà o da genitori single LGBTQI+.
Sono madre di un bambino di 8 anni e mezzo nato dalla relazione con la mia ex compagna grazie a un percorso di PMA (procreazione medicalmente assistita) fatto in Spagna.
Possiamo dire che ogni famiglia arcobaleno nasca da un viaggio perché non essendoci in Italia una legge che consenta a due genitori dello stesso sesso di mettere al mondo figli e figlie, la
maggior parte di noi aspiranti mamme si sposta in Spagna, Danimarca, Olanda, mentre i papà compiono percorsi di GPA (gestazione per altri) perlopiù in Canada o negli USA. Le nostre famiglie nascono in viaggio e l’accoglienza delle persone che lavorano nel settore dei trasporti e del turismo può fare davvero la differenza in momenti così importanti delle nostre vite.
Attualmente la mia è una famiglia allargata e ricomposta visto che la mia compagna ha 3 figli (!) e quando partiamo insieme siamo una squadra composta da due donne e 4 ragazzini di età che
vanno dagli 8 ai 15 anni, con esigenze e interessi diversi.
Quali sono i limiti sociali che incontrate nelle vostre quotidianità?
I limiti che incontra una famiglia omogenitoriale sono a volte gli stessi che può incontrare ogni famiglia “sui generis”, penso ai genitori single e a quelli adottivi, alle famiglie ricomposte, multietniche o immigrate, alle coppie molto giovani o in età avanzata. Ogni portatore di differenza provoca negli altri una reazione di sorpresa e spesso di inadeguatezza, non per malafede ma spesso per semplice mancanza di conoscenza e preparazione. Basterebbe non dare per scontato che ogni bambin* abbia due genitori di sesso diverso, che genitori e figli abbiano la stessa provenienza geografica, lo stesso colore della pelle, lo stesso DNA, lo stesso cognome.
Per le famiglie arcobaleno negli anni le cose sono decisamente migliorate rispetto a 5 o 10 anni fa: la legge sulle unioni civili, l’aumento e la maggior visibilità delle coppie dello stesso sesso con figl* ha generato un cambiamento positivo che è tuttora in atto. L’unica nota negativa resta quella legale, non essendoci in Italia una legge che permetta ad entrambi i genitori di una coppia dello stesso sesso di riconoscere i figli e le figlie alla nascita. Nonostante questo, nella vita di tutti i giorni l’accoglienza e l’apertura della società nei confronti delle nostre famiglie è sicuramente più avanti delle leggi.
La mancanza di un riconoscimento legale per entrambi i genitori può provocare problemi pratici perché ad esempio nel mio caso solo la mamma che ha partorito risulta madre di nostro figlio e questo mi obbliga a viaggiare con deleghe, fotocopie di documenti, permessi della Questura per volare con un minore. E questo può spesso provocare domande inopportune e imbarazzanti per me e mio figlio da parte del personale addetto al check-in o alla reception di un hotel.
Cosa vorresti trovare come mamma all’interno di un luogo turistico?
Nel turismo e in particolare all’interno di una struttura ricettiva credo che la formazione del personale sia un primo passo importante per accogliere al meglio una famiglia arcobaleno: non dare per scontato il numero e il genere dei genitori, creare moduli inclusivi ad esempio per i mini club dove al posto di “mamma/papà” ci sia la dicitura più inclusiva “genitore o chi ne fa le veci”, fare accoglienza dei clienti non dando per scontato che una donna abbia un marito e viceversa.
Quali sono i criteri di scelta per la vostra vacanza?
Una famiglia omogenitoriale sceglie una vacanza in base ai propri gusti personali (mare/montagna, villaggio/campeggio) ma nel caso di un viaggio all’estero sicuramente non trascura la situazione riguardo ai diritti LGBTQI+ del Paese che si appresta a visitare, questo per tutelare prima di tutto i minori.
È difficile che una famiglia sappia prima di partire, se non attraverso il passaparola con altre famiglie arcobaleno, quale sarà il livello di accoglienza e la preparazione del personale in un determinato villaggio turistico o family hotel e in quel caso ci si affida alla fortuna o si finisce per fare una formazione live nella struttura ricettiva!
Quanto pensi sia importante un’educazione inclusiva ed una formazione idonea da parte di uno staff di accoglienza e di formazione?
Come genitore sarei felice di trovare un personale preparato su ogni tipologia di famiglia, soprattutto da parte di quelle figure che sono a stretto contatto con bambin* e ragazz* per non mettere loro in situazioni imbarazzanti o dolorose.
Pensi ci siano ancora molti passi da fare per arrivare ad un turismo inclusivo?
Penso che qualcosa si stia muovendo in Italia per creare ambienti più inclusivi nel settore del turismo ma che ci siano ancora enormi margini di miglioramento.
L’associazione Famiglie Arcobaleno si occupa da sempre di formazione per la Pubblica Amministrazione, le scuole di ogni ordine e grado, le professioni sanitarie e legali, e sono certa possa contribuire a migliorare il livello di inclusività delle strutture turistiche. I pregiudizi nascono quasi sempre dalla non conoscenza, l’incontro e il dialogo creano invece circoli virtuosi che aumentano il livello di benessere creando ambienti aperti e accoglienti.
L’Italia è ancora il fanalino di coda in Europa per i diritti LGBTQI+ ma è anche il Paese in cui i bambini e le bambine sono sempre accolt* in modo caloroso e posso dire che quando in spiaggia mio figlio chiama “MAMMA” e a rispondere siamo in due, le reazioni delle persone intorno sono magari curiose o sorprese ma certamente non ostili.
Il Villaggio San Francesco di Caorle (Italia) ed il BiVillage di Fazana (Croazia) sono
un’ottima destinazione per le famiglie che cercano una vacanza all’insegna del relax e del divertimento.
Entrambi i campeggi offrono molte attività pensate appositamente per bambini, come ad esempio animazione, giochi, laboratori creativi e sport acquatici.
Una delle principali attrazioni che offrono i villaggi sono le loro piscine, sia per adulti che per bambini, con scivoli d’acqua e aree idromassaggio.
Dotati di accesso diretto alla spiaggia, si potrà godere del sole e del mare in un ambiente sicuro e controllato.
Vengono inoltre organizzati eventi speciali per le famiglie, come serate a tema e feste, dove i bambini possono divertirsi insieme ai loro coetanei sotto la supervisione del personale del campeggio.
Per i più piccoli i villaggi offrono anche un mini club, dove si può partecipare a laboratori creativi e attività di gioco con dipendenti qualificati. In questo modo, i genitori possono godersi un po’ di tempo libero, sapendo che i loro figli sono al sicuro divertendosi.
Molte sono le opzioni di ristorazione, tra cui bar e ristoranti, dove si potranno gustare piatti della cucina italiana e internazionale.
In sintesi, il Villaggio San Francesco di Caorle ed il BiVillage di Fazana sono un’ottima scelta per chi cerca una vacanza divertente e rilassante.
Con una vasta gamma di attività per tutte le età, servizi di qualità e un’atmosfera accogliente, in grado di soddisfare le esigenze di tutte le famiglie che li scelgono come meta delle loro vacanze estive.